Follow Up - IV° Tappa Roadshow CTNE, 16 Marzo 2022 - DTE2V
19980
post-template-default,single,single-post,postid-19980,single-format-standard,cookies-not-set,ajax_updown_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-11.1,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-5.1.1,vc_responsive

 

Si è conclusa con successo di pubblico la IV° tappa del Roadshow Tematico sulla Cooperazione Energetica promosso dal Cluster Tecnologico Nazionale Energia (CTNE), in collaborazione con gli Organismi Territoriali, e pilotato da Co.Svi.G.- DTE2V che si è svolta il 16 e 17 Marzo 2022  in Toscana presso il Teatro Comunale “Risorti” di Radicondoli (SI) e On-Line. La due giorni dell’iniziativa toscana si è incentrata sul tema delle Comunità e Reti Energetiche Termiche che è stato trattato attraverso l’approfondimento di potenzialità, opportunità e ostacoli allo sviluppo nonchè  attraverso la presentazione e l’esperienza diretta di buone pratiche e casi studio che hanno arricchito la discussione. 

L’iniziativa si è avviata il pomeriggio del 16 Marzo con il Workshop “Le Comunità e le Reti Energetiche: modelli di sviluppo sostenibile a confronto per la valorizzazione delle risorse termiche ed è stata aperta dai saluti di benvenuto della Dott.ssa Loredana Torsello di Co.Svi.G. – DTE2V che ha moderato la discussione.

L’Ing.  Nicola Marcucci, di Baker Hughes, Presidente del DTE2V e membro del Consiglio Direttivo del CTNE è poi intervenuto introducendo il tema della due giorni. 

Gli argomenti che affronteremo, quello delle Comunità Energetiche e delle Reti di teleriscaldamento, sono estremamente significativi anche in virtù del fatto che la soluzione che guiderà noi e le generazioni future verso la transizione energetica non sarà mai una sola, ma sarà data dall’integrazione di soluzioni diverse ed innovative che, solamente se opportunamente integrate, saranno in grado di garantire e produrre un reale cambiamento“.

Il Presidente ha poi rinnovato il sostegno all’idea dei Roadshow promossi dal CTNE nel territorio per avvicinarsi e far emergere le peculiarità locali e le sinergie con altre regioni del paese, come esempio di coesione tra realtà territoriali, le politiche energetiche nazionali ed Europee e gli indirizzi strategici per la loro implementazione.

 

 

E’ poi seguito l’approfondimento della Dott.ssa Roberta Bianchi, Responsabile del Controllo Industriale per la tecnologia GEO dENEL GREEN POWER che fornisce calore a reti di teleriscaldamento sia in Toscana che in Emilia-Romagna (Ferrara). Ripercorrendo la storia della nascita del teleriscaldamento geotermico nella Regione Toscana, la Dott.ssa Bianchi ha fornito ai partecipanti alcuni numeri esplicativi della realtà regionale. Sono ad oggi 9 i Comuni Toscani teleriscaldati per un totale di circa 13.000 utenze domestiche allacciate alla rete, numeri per i quali EGP prevede una prossima crescita a seguito del recente allaccio alla rete del Comune di Piancastagnaio (SI) e ulteriori progetti  in fase di valutazione per l’ espansione delle reti in Comuni ad oggi non serviti. In Toscana la risorsa geotermica, utilizzata principalmente per la produzione di energia elettrica, fornisce anche calore da fonte rinnovabile, in maniera sostenibile e con evidenti benefici sia ambientali che economici, con un risparmio tra il 40 e il 90% per gli utenti finali. Oltre ai Comuni citati, sono collegati agli impianti, anche realtà produttive tra le quali alcune eccellenza del settore agro-alimentare da ricollegarsi alla Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili fondata da Co.Svi.G e Slow Food (1 birrificio, 2 caseifici, produzione piante aromatiche/ortaggi), alcune serre e aree industriali (La Rota e Aiole in Amiata del settore della pelletteria). “Quello che ENEL GREEN POWER  ha fatto a partire dagli anni ’50, è promuovere l’utilizzo del calore geotermico quale catalizzatore di economia circolare al fine di supportare lo sviluppo sostenibile del territorio e la crescita del comparto produttivo locale“.

 

Ha chiuso la prima sessione del dibattito, l’intervento dell’Ing. Gian Piero Celata Presidente del CTNE che ha illustrato framework in cui si sviluppano le comunità energetiche e l’importanza dell’integrazione delle diverse forme energetiche, con un focus sull’energia elettrica e termica. Ha poi ricordato che la Roadmap tecnologica del Piano di Azione del CTN Energia sostiene attività di ricerca ed innovazione (R&I) riguardanti i temi dell’evento ed in particolare dedica una traiettoria tecnologica e di sviluppo proprio alle comunità energetiche locali, identificandone alcune aree di R&I prioritarie. Con un breve accenno al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha poi indicato che quest’ultimo prevede una specifica misura a supporto di progetti di comunità energetiche in comuni con meno di 5.000 abitanti, con oltre due miliardi di finanziamento.

 

 

L’intervento dell’Ing. Mauro Annunziato, Responsabile della divisione Smart Energy di ENEA ha segnato l’inizio degli interventi tecnici della sessione centrale dell’iniziativa dedicata ad approfondire gli  ostacoli, le potenzialità e le opportunità di sviluppo dei due modelli energetici a confronto anche attraverso l’analisi di  buone pratiche e progettualità innovative. Con riferimento al quadro normativo Europeo e Italiano, Annunziato ha illustrato le principali novità introdotte dall’ultimo DL del Dicembre 2021 di recepimento della direttiva RED II. L’intervento è proseguito analizzando le diverse policies,  modelli giuridici,  tecnologie abilitanti e modelli di business che possono adottare le Comunità Energetiche. Annunziato, illustrando la strategia di ENEA nel supportare la diffusione delle CER, ha introdotto la piattaforma LEC – Local Energy Communities , un framework di supporto sviluppato da ENEA e messo gratuitamente a disposizione del sistema nazionale in un’ottica di standardizzazione delle fasi di progettazione, realizzazione e gestione delle CE. La piattaforma espone diversi servizi tra i quali RECON il primo tool istituzionale che permette la simulazione, l’analisi e la costruzione dei profili di consumo per una corretta progettazione delle CE lanciato nel Maggio 2021 e ad oggi utilizzato per la gestione di circa 1.300 progetti, la piattaforma DHOMUS capace di fornire all’utente un feedback avanzato all’utente sui consumi e CRUISE  il cruscotto di gestione per le Comunità Energetiche. ENEA sta ad oggi lavorando alla messa a punto di un nuovo framework capace di mettere a confronto i dati di prestazione di distinte CER e ottenere dati di benchmarking nazionali.

E’ intervenuto successivamente l’Ing. Lorenzo Spadoni Presidente dell’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU) il cui intervento ha presentato lo stato dell’arte e le prospettive di sviluppo dei teleriscaldamenti in Italia.  “La climatizzazione degli edifici rappresenta ad oggi uno dei comparti europei più energivori rappresentando il 50% dei consumi energetici finali. Il 70% della domanda di calore per il riscaldamento, perlopiù concentrata nei centri urbani densamente popolati, è ad oggi soddisfatta da fonti fossili. Il teleriscaldamento è capace di recuperare il calore di scarto e le fonti rinnovabili localmente disponibili per metterli a disposizione delle necessità delle comunità, connettere le risorse e i bisogni locali“. Ad oggi in Italia si contano più di 400 reti trl che si estendono per più di 4.600 km in grado di evitare l’emissione di 1.700.000 ta di CO2 annue. Spadoni riporta un generale trend negativo di crescita del comparto a partire dal 2015 imputabile all’attuale normativa e politica di incentivazione. Spadoni illustra poi i risultati di un recente studio condotto dai Politecnici di Milano e Torino che testimonia come in Italia esista un importante potenziale di sviluppo del trl da basare su sistemi di nuova generazione, recupero e riutilizzo del calore di scarto e rinnovabile. Lo studio mostra un potenziale di 38 TW (+420%) capace di evitare il rilascio in atmosfera di 5,7 ML di ta/anno di CO2 equivalente all’eliminazione di 4 ML di autovetture. Spadoni conclude annunciando l’evento in programmazione a Roma e On-Line il 29 di Marzo per la celebrazione del 40° anniversario dalla fondazione di AIRU durante il quale verranno presentati i risultati di un nuovo studio commissionato all’Agenzia ELEMENTS finalizzato ad illustrare i benefici che il trl può apportare al sistema paese, evidenziare le barriere che ad oggi ne ostacolano lo sviluppo e proporre nuove soluzioni per facilitarne la diffusione.

Approfondendo aspetti progettuali, gestionali e finanziari, il Prof. Sergio Oliviero dell’Energy Center del Politecnico di Torino è tornato a parlare di Comunità Energetiche: “Realizzare una CER significa promuovere le filiere locali presenti sul territorio, le CER costituiscono un volano di sviluppo territoriale in grado di generare occupazione“. Oliviero ha preso in rassegna best practices nazionali di CE elettriche già costituite come quella di Magliano Alpi, Carrù (Cuneo, Piemonte), San Daniele del Friuli (Friuli Venezia Giulia) e Montelabbate (Pesaro-Urbino nelle Marche) e condiviso l’esperienza dei progetti ha condiviso l’esperienza dei progetti RECOCER, ECOSOM ed SMART-CER per la definizione di modelli di business innovativi, nati grazie all’esperienza della Comunità Energetica Rinnovabile (CER) di Magliano Alpi (CN). Oliviero ha infine presentato l’esperienza di ACSM Primiero Multiutility energetica trentina detenuta da 10 comuni. Si tratta della prima CER in Italia a livello di cabina primaria e rappresenta un esempio di sistema di governance dell’autoconsumo che include sia la dimensione termica che quella elettrica. La comunità gestisce energia elettrica (proprietà di ACSM) e teleriscaldamento proprio per le caratteristiche intrinseche dell’Agenzia, che costituiscono delle condizioni favorevoli per coniugare la condivisione di energia termica ed elettrica. Il luogo presenta inoltre una forte attrazione turistica che ne aumenta la visibilità e svolge un ruolo di catalizzatore. Questa comunità è anche stata scelta da RSE (Ricerca sul Sistema Energetico S.p.A.) come sito pilota nazionale CER.

 

E’ successivamente intervenuto il Prof. Alberto Castellini del Dipartimento di Informatica dell’Università di Verona illustrando i risultati di un lavoro svolto nell’ambito del progetto “GHOTEM  Heating Load Prediction in District Heating Networks” iniziato nel 2017 e terminato a Giugno 2021 cofinanziato dal POR-FESR della Regione Veneto per € 2.907.181,80. L’obiettivo del progetto è stato quello di sviluppare strumenti di intelligenza artificiale per riuscire a predire il carico termico in una centrale di teleriscaldamento di Verona gestita da aGSM. Come output di progetto è stato sviluppato il software XM_HeatForecast . Il software free e open source è stato rilasciato e scaricabile gratuitamente a questo link. Il suo utilizzo ha dimostrato un miglioramento delle prestazioni di predizione rispetto a modelli utilizzati precedentemente dall’azienda, con miglioramenti fino a 24 % di performance.  Il modello sviluppato non è sito specifico e può essere adattato ad altri tipi di reti di teleriscaldamento alimentate da fonti energetiche differenti. I risultati del progetto sono stati oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche. Castellini conclude dicendo che il Dipartimento di Informatica dell’Università di Verona sta promuovendo un nuovo corso di Laurea Magistrale in Intelligenza Artificiale che dovrebbe partire ad inizio 2023.

 

 

L’intervento dell’Ing. Fabio Armanasco di Ricerca sul Sistema Energetico – RSE Spa ha aperto l’ultima sessione del pomeriggio dedicata all’approfondimento delle esperienze e casi studio. I Target di decarbonizzazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza- PNIEC, prevedono al 2030 un incremento di energia da FER pari a 187 TWh con un grande contributo del fotovoltaico che dovrà arrivare a + 31 GW. Per raggiungere tali sfidanti obiettivi è necessario attivare una serie di strumenti e misure che vedano da un lato l’attivazione di meccanismi di incentivazione, ma anche la semplificazione dei processi autorizzativi con particolare riferimento al repowering e rewamping dei vecchi impianti, l’attivazione di policies e nuovi modelli per la promozione dell’autoconsumo tramite comunità energetiche. Armanasco è poi passato ad illustrare le attività che RSE ha portato avanti nell’importante triennio di ricerca 2019-2021. A partire dal 2019, infatti, RSE è stata impegnata in un capillare censimento delle iniziative e esperienze di comunità energetiche a livello nazionale che ha fatto emergere un quadro molto variegato. Parallelamente a questa attività, RSE ha selezionato e seguito 6 progetti pilota analizzandone le specificità a livello energetico, ambientale e sociale. Tre di questi progetti presentano impianti di trl alimentati a biomassa: Comune di Tirano, Cooperativa Storica di Prato allo Stelvio e il già citato aGSM. Armanasco conclude che “La Comunità energetica deve essere intesa come una realtà sociale, culturale e economica che autoproduce localmente l’energia necessaria al suo fabbisogno, usando giudiziosamente le risorse del territorio e tutelando così i propri beni comuni, territoriali, ambientali e paesaggistici e indirizzandosi verso la riduzione della propria impronta ecologica“.

Molto interessante è stata la testimonianza dell’Ing. Giuseppe Esposito di 3EEE che ha illustrato ai presenti le prime esperienze di comunità energetiche rinnovabili e solidali realizzate nel mezzogiorno d’Italia e nello specifico a Napoli Est, quartiere di San Giovanni a Teduccio e nel Comune di San Nicola da Crissa (Vibo Valenzia) in Calabria. San Giovanni a Teduccio è stato costituito come comunità energetica il 16 marzo 2021 su spinta di Legambiente e della Fondazione figli di Maria che ha messo a disposizione le coperture della propria sede per l’installazione dei pannelli fotovoltaici che attualmente alimentano la comunità e grazie al sostegno finanziario di FONDAZIONE PER IL SUD. Il quartiere presenta proprie peculiarità ed un contesto particolare con popolazione residente a basso reddito e bassa scolarizzazione. La spinta venuta dal basso, dettata da motivazioni sociali e dalla volontà di  riqualificazione del proprio territorio, ha assicurato una realizzazione rapida della CE. Il secondo caso presentato è stato quello del Comune di San Nicola da Crissa (Vibo Valencia) un piccolo comune delle aree interne calabresi che conta di 1253 abitanti. L’idea di comunità è nata dietro la spinta di una scuola che ha messo a disposizione il tetto per l’installazione di pannelli fotovoltaici ed è stato il Comune il promotore sul territorio per l’utilizzo dell’energia nella scuola ed il coinvolgimento delle famiglie per la condivisione dell’energia. “Le Comunità Energetiche portano benefici economici, sociali e ambientali. Ritengo che  un ruolo strategico possa essere svolto dai Comuni che possono operare in modo variegato, dal mettere a disposizione le proprie strutture, al patrocinare le iniziative a ricercare direttamente forme di finanziamento e co-finanziamento per la realizzazione degli impianti. Questi giocano inoltre un ruolo importante da un lato nella  lotta alla povertà energetica dall’altro nell’accrescere la consapevolezza e la cultura energetica dei propri cittadini“. La lotta alla povertà energetica rappresenta un’importante sfida attuale, ciò è testimoniato dai dati diffusi dall’Osservatorio della Commissione Europea secondo i quali nel 2018 l’11% della popolazione UE, pari a 5,4 ML di persone, non sono state in grado di acquistare i beni energetici minimi necessari al loro benessere e il 14,6% delle famiglie italiane non riesce a mantenere la propria abitazione riscaldata in modo sufficiente.

Con riferimento ai casi studio riguardanti la reti di teleriscaldamento, l’Ing. Giulio Buffo di IREN ha illustrato il primi risultati del progetto RES-DHC – Renewable Energy Sources for District Heating and Cooling finanziato dal Programma Horizon 2020 che vede coinvolti come partner italiani IREN e Ambiente Italia. Il Progetto RES-DHC, avviato nel 2020, mira a favorire la transizione verso reti di teleriscaldamento di quarta generazione in sei regioni pilota europee. I risultati dei primi deliverables del progetto hanno definito un quadro chiaro dell’attuale distribuzione e caratterizzazione delle reti di trl del nostro paese mettendo in evidenza un grande potenziale inespresso. Riportando i trend negativi di crescita del comparto, già precedentemente sottolineati dall’intervento dell’Ing. Spadoni, Buffo riporta che attualmente solamente un quarto del calore fornito alle reti di teleriscaldamento viene fornito da FER. Le attività del progetto hanno previsto l’individuazione dei principali elementi di ostacolo (importanza degli investimenti iniziali, presenza di molte reti ad acqua surriscaldata, motivazioni sociali e culturali) e delle soluzioni e opportunità di sviluppo delle reti di trl. Il progetto ha poi identificato cinque azioni ritenute prioritarie: la semplificazione dei processi autorizzativi, il miglioramento di incentivazione economica, la necessità di portare avanti campagne informative per favorirne l’accettazione sociale, lo sviluppo di soluzioni tecnologiche con particolare riferimento ai sistemi di accumuli termici e rinnovabili non programmabili e l’aumento della bancabilità dei progetti in corso. Buffo ha poi fornito ai partecipanti uno sguardo sulle iniziative intraprese in altri paesi EU in ottica di lesson learn.

 

L’ultimo relatore, l’Ing. Luca Rigoni di A2A Calore e Servizi società del gruppo A2A i maggiori produttori e distributori di teleriscaldamento in Italia con 1.100 km di rete, 100 ML di metri  cubi riscaldati presenti nelle tre principali città lombarde Milano, Brescia e Bergamo erogando 2,4TWh complessivi con una percentuale di calore di scarto e rinnovabili delle reti pari al 50% con prospettiva di aumento al 73% nel 2030. La rete di DHC di A2A è una rete open che recupera calore da vari siti produttivi, accumuli termici, contributi FER (come solare termico), impianti di cogenerazione e calore di scarto prodotto da termovalorizzatori o processi industriali. Rigoni presenta varie tipologie di progetti di recupero che ha all’attivo A2A.  Il primo co-finanziato dal POR FESR della Regione Lombardia che ha previsto  nel Marzo 2021 il collegamento con l’acciaieria Alfa Acciai di Brescia che permette di recuperare circa 10 MW (dei 120 MW disponibili) dall’acciaieria che ad oggi è un calore puramente di scarto che varia dagli 80 ai 95°C che si interfaccia con due sistemi di accumulo e un sistema di pompaggio con la rete di trl di Brescia. Il progetto comporta la riduzione delle emissioni in atmosfera di CO2 pari a 5.600 ta/anno. In considerazione degli importanti risultati ottenuti il progetto verrà probabilmente duplicato nei prossimi mesi. Un secondo progetto di recupero calore che interessa la rete trl di Milano, è  il recupero di calore dal bottiglificio Vetrobalsamo Spa. Dall’impianto vengono recuperati 3 MW continuativi con un recupero di energia che copre il fabbisogno di circa 2.000 famiglie. Un terzo progetto riguarda sempre il recupero di calore dall’acciaieria Ori Martin di Brescia con un punto di scambio da 10 MW che permette il recupero di circa 23 GWh di energia. Rigoni conclude sottolineando l’importanza giocata dai sistemi di accumulo dai quali non può prescindere perchè diversamente il recupero di calore da questi processi produttivi discontinui sarebbe molto complicato. A Brescia sono stati installati 3 sistemi di accumulo per una capacità totale di circa 10.000 metri cubi equivalente al 50% del volume totale della rete di Brescia. Una capacità di accumulo importante che permette di disconnettere i processi produttivi dalla domanda termica dei clienti. Rigoni conclude illustrando i risultati del progetto sperimentale co-finanziato da Horizon 2020 REWARDheat  che prevede il recupero di calore da pozzi di controllo della falda in 7 siti dimostrativi europei.

L’Ing. Claudia Vivalda Direttore del CTNE ha tirato le conclusioni della giornata esprimendo soddisfazione per la condivisione di conoscenze, esperienze e suggerimenti offerta dal panel dei relatori ed affermando, con l’idea di interpretare il pensiero di numerosi altri presenti, il raggiungimento dell’obiettivo principale dell’evento. Ha poi ripreso i concetti chiave di ciascuna presentazione, nell’ottica di far emergere elementi di riflessione per approfondimenti successivi e proposte di iniziative volte a favorire il dialogo tra i numerosi attori e stakeholders sotto il denominatore comune di comunità energetica. Tra le parole chiave emerse si ricorda l’importanza di reti di comunità energetiche, la sito-specificità di queste ultime e la diversificazione dei modelli di business applicabili. Altro elemento importante sono le motivazioni sociali locali che favoriscono la creazione delle comunità fornendo una spinta che nasce dal basso. Le comunità energetiche si pongono anche come catalizzatori ed aggregatori territoriali favorendo lo sviluppo di altre iniziative di coesione sociale e progettualità. La coesistenza e possibilità di integrazione di diverse fonti energetiche, quali quella termica ed elettrica, è stata mostrata in alcuni casi studio, evidenziando che i presupposti esistono per una loro replicabilità in tessuti territoriali che presentano condizioni favorevoli per la loro implementazione e dove emerga un bisogno locale che coinvolga e venga promosso dai cittadini.

 

 

La Dott.ssa Loredana Torsello di Co.Svi.G.-DTE2V che ha moderato l’iniziativa conclude “Con questo evento ci eravamo posti l’obiettivo di sollevare tutte le domande possibili intorno ai due temi delle Comunità Energetiche e alle Reti di Teleriscaldamento per iniziare a cercare insieme le risposte e delineare percorsi di approfondimento e collaborazioni comuni. Usciamo da questo pomeriggio con le idee molto più chiare e con una visione dei percorsi necessari per valutare la costituzione o realizzare una Comunità Energetica o per ampliare, potenziare ed innovare le reti di teleriscaldamento esistenti o crearne delle nuove“.

 

 

 

 

La IV° tappa del Roadshow è proseguita il 17 Marzo con l’evento seminariale “Gli Impianti di Teleriscaldamento Toscani” e la successiva Site Visit agli impianti di Radicondoli, Chiusdino e Montieri per approfondimenti clicca qua.


Rivedi la Registrazione della Prima Giornata del Roadshow CTNE

 


Area Download:

 

Per maggiori dettagli e attività di follow up  scrivere una mail a segreteria@dte-toscana.it.